Storia
Non si conoscono le origini del paese, certamente venne abitato dai liguri euganei, veneti. Il termine è preromano e non si conosce l'etimologia ma si supponga derivi dal termine latino aurum.I romani giunsero quassù forse nel 115 a.C., e il ricordo è dato dalle monete di Augusto, Antonio Pio, Commodo, Settimio Severo e Gallieno, cioè dal 43 a.C. al 268 d.C., trovate tra Villapiccola e Malon dalla prima metà del 1800 fino ai giorni nostri.
Auronzo è nota anche per le sue miniere di piombo e zinco: la più importante si trova a circa 10 km dal centro abitto in direzione Misurina ed è denominata l'Argentiera. Notizie sicure di miniere auronzane si hanno solo dal 1450.
Oggi sono visibili i ruderi di una seria di costruzioni sulle pendici del monte Ruisiana. Questi manufatti sono quanto rimane del complesso di edifici che costituivano l'Argentiera. Il giacimento è inattivo dal 1971. Le costruzioni corrispondono alle varie fasi di lavorazione: lavaggio, triturazione, separazione dei minerali (principalmente piombo e zinco), stoccaggio. Questi resti sono privi di valori architettonici però documentano l'esistenza di una secolare industria estrattiva, diffusa in tutto il Cadore, oggi completamente abbandonata.
Auronzo era collegata da una strada romana che da Lozzo scendeva a Tre Ponti e per Gogna arrivava a S. Caterina per poi proseguire in direzione Comelico.
Il primo documento scritto che ricordi Auronzo è una pergamena dell'anno 1188 conservata nell'archivio comunale. La storia del paese si identifica con quella del Cadore. Ci fu un dominio romano e quando il Cadore era forse tutto cristiano vennero i barbari: prima gli Eruli, poi gli Ostrogoti, i Franchi, i Bizzantini, i Longobardi, ancora i Franchi. Il Cadore passò poi ai duchi e marchesi del Friuli, ai duchi di Carinzia.
Nel 1077 il Friuli e il Cadore erano posti sotto il dominio del Patriarca di Aquileia il quale nel 1155 dette il Cadore in feudo ai conti da Camino fino al 1335; in questo anno il Patriarca riprese il dominio diretto del Cadore. Nel 1420 Venezia occupò tutto il territorio patriarcale e il Cadore si diede "Ad bonos Venetos" rimanendovi fino al 1797, quando capitarono i francesi di Napoleone. Nel 1813 giunsero gli austriaci e vi rimasero fino al 1866.
Auronzo al tempo dei Patriarchi e della Republica Veneta era un "centenaro" della Magnifica Comunità del Cadore. aveva i suoi laudi (regolamenti) e dovette, dal 1300 al 1752, difendere il proprio territorio specialmente contro i doblacensi che volevano giungere a Misurina.
Numerosi auronzani dovettero cmbattere nel 1848 contro gli austriaci. Nella località di Gogna il 14 agosto 1866 si ebbe l'ultimo combattimento della guerra di quell'anno, volontari garibaldini del Cadore contro volontari austriaci: vi presero parte molti auronzani. Nella prima guerra mondiale ad Auronzo ebbero sede il 1° Corpo d'Armata e la 10^ Divisione; sui monti auronzani (Monte Piana) si svolsero aspri combattimenti.
Anche molti personaggi famosi della scrittura e non solo vollero rendere omaggio al Cadore. Ad esempio Giosuè Carducci nel 1892 scrisse l'"ode al Cadore" con la quale il nome di Auronzo entro per la prima volta nelle poesia italiana.
Auronzo è nota anche per le sue miniere di piombo e zinco: la più importante si trova a circa 10 km dal centro abitto in direzione Misurina ed è denominata l'Argentiera. Notizie sicure di miniere auronzane si hanno solo dal 1450.
Oggi sono visibili i ruderi di una seria di costruzioni sulle pendici del monte Ruisiana. Questi manufatti sono quanto rimane del complesso di edifici che costituivano l'Argentiera. Il giacimento è inattivo dal 1971. Le costruzioni corrispondono alle varie fasi di lavorazione: lavaggio, triturazione, separazione dei minerali (principalmente piombo e zinco), stoccaggio. Questi resti sono privi di valori architettonici però documentano l'esistenza di una secolare industria estrattiva, diffusa in tutto il Cadore, oggi completamente abbandonata.
Auronzo era collegata da una strada romana che da Lozzo scendeva a Tre Ponti e per Gogna arrivava a S. Caterina per poi proseguire in direzione Comelico.
Il primo documento scritto che ricordi Auronzo è una pergamena dell'anno 1188 conservata nell'archivio comunale. La storia del paese si identifica con quella del Cadore. Ci fu un dominio romano e quando il Cadore era forse tutto cristiano vennero i barbari: prima gli Eruli, poi gli Ostrogoti, i Franchi, i Bizzantini, i Longobardi, ancora i Franchi. Il Cadore passò poi ai duchi e marchesi del Friuli, ai duchi di Carinzia.
Nel 1077 il Friuli e il Cadore erano posti sotto il dominio del Patriarca di Aquileia il quale nel 1155 dette il Cadore in feudo ai conti da Camino fino al 1335; in questo anno il Patriarca riprese il dominio diretto del Cadore. Nel 1420 Venezia occupò tutto il territorio patriarcale e il Cadore si diede "Ad bonos Venetos" rimanendovi fino al 1797, quando capitarono i francesi di Napoleone. Nel 1813 giunsero gli austriaci e vi rimasero fino al 1866.
Auronzo al tempo dei Patriarchi e della Republica Veneta era un "centenaro" della Magnifica Comunità del Cadore. aveva i suoi laudi (regolamenti) e dovette, dal 1300 al 1752, difendere il proprio territorio specialmente contro i doblacensi che volevano giungere a Misurina.
Numerosi auronzani dovettero cmbattere nel 1848 contro gli austriaci. Nella località di Gogna il 14 agosto 1866 si ebbe l'ultimo combattimento della guerra di quell'anno, volontari garibaldini del Cadore contro volontari austriaci: vi presero parte molti auronzani. Nella prima guerra mondiale ad Auronzo ebbero sede il 1° Corpo d'Armata e la 10^ Divisione; sui monti auronzani (Monte Piana) si svolsero aspri combattimenti.
Anche molti personaggi famosi della scrittura e non solo vollero rendere omaggio al Cadore. Ad esempio Giosuè Carducci nel 1892 scrisse l'"ode al Cadore" con la quale il nome di Auronzo entro per la prima volta nelle poesia italiana.